#QARSCHOOL 2° GIORNO GITA IN FRIULI: IL VOLTO UMANO DELLA GUERRA

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Il viaggio in Friuli alla scoperta dei luoghi della Grande Guerra prosegue con una giornata densa di emozioni a Gorizia nel Museo della Grande Guerra e nel trekking del Monte San Michele. Dopo queste due visite gli studenti Aurora, Alessia, Diamante, Chiara, Pablo e Miriam si sono riuniti per riflettere insieme e restituirci queste parole:

“Il presente che si ripeteva ossessivamente al Sacrario di Redipuglia è diventato oggi ancora più sentito, è diventato ancora più nostro. Grazie alla visita mattutina del Monte San Michele e quella pomeridiana al museo della Grande Guerra abbiamo potuto immedesimarci a pieno e provare a dare un volto a tutti quei soldati i cui nomi abbiamo visto incisi ieri sulla pietra e le cui storie sono ancora tutte da scoprire. Attraverso le foto di repertorio di questi dei luoghi di conflitto ci siamo ritrovati a viaggiare con la mente tra presente e passato, alla ricerca dei segni della guerra nel paesaggio di oggi. Era tutto davanti a noi, davanti ai nostri occhi. Solo che fino ad oggi non riuscivamo a vedere. Questa esperienza non ci ha arricchito solo sul piano istruttivo e culturale ma ci ha portati per mano fio ad immedesimarci con tutti quei ragazzi, nostri coetanei, che la guerra l’anno vissuta davvero. Guidati dai nostri “fratelli maggiori” Issa ed Endrit dello Studentato Internazionale abbiamo capito che la guerra anche a distanza di centinaia di anni ha le stesse dinamiche di odio, terrore, morte e tragedia. Salendo su per il Monte San Michele abbiamo scoperto la vita del soldato della Grande Guerra, conosciuto i luoghi in cui Ungaretti componeva le sue poesie e capito che anche in trincea può nascere un fiore. Tra i tanti monumenti ai caduti uno in particolare ci ha colpito davvero. È una roccia molto semplice e non imponente. Ciò che la rende speciale è l’unire quelli che una volta sono stati due popoli nemici in una sola memoria di uguaglianza e di pace. La frase che c’è incisa sopra recita: “su queste cime italiani e ungheresi combattendo da prodi si affratellarono nella morte”.

Nel pomeriggio ci siamo dedicati alla visita del Museo della Grande Guerra dove non è mancata una riflessione di gruppo sul significato di propaganda attraverso lo studio delle cartoline dell’epoca; abbiamo potuto vedere gli effetti personali dei soldati, le loro divise e le differenti armi utilizzate. Il momento più emozionante è stato leggere le centinaia di lettere che i soldati spedivano alle loro famiglie dal fronte. Da qui ha preso vita il nostro laboratorio con Issa ed Endrit. Insieme a loro, che sanno cosa significhi vivere oggi in una terra in conflitto, abbiamo riflettuto e ci siamo confrontati su cosa significhi vivere in tempo di guerra. Tutti noi abbiamo provato ad immedesimarci in un soldato, provando a scrivere una lettera ai nostri cari o a una persona per noi importante. Leggendo le nostre lettere, una dopo l’altra, abbiamo conosciuto a fondo i nostri compagni, le paure e le speranze. I nostri sogni: che non sono poi tanto diversi da quelli dei ragazzi di 100 anni fa. Insomma: il volto umano della guerra”.