Un colpo di fulmine, un colpo al cuore. Perché Fare la Pace è un’Impresa, ma la vita di più

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La studentessa Miriam Fantin riflette sulla propria esperienza nel Quarto Anno Liceale d’Eccellenza dopo la partecipazione all’evento “Fare la Pace è un’Impresa” di Rondine Cittadella della Pace svoltosi lo scorso 30 marzo al Vodafone Theatre di Milano.

 E’ possibile costruire impresa per fare la pace? È stata questa la domanda al centro dell’iniziativa che ha visto tra gli ospiti della giornata del 30 marzo  Brunello Cucinelli, presidente e A.D. di Brunello Cucinelli Spa, Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, testimone della Shoah, Franco Vaccari, presidente e fondatore di Rondine Cittadella della Pace, Emanuele Plata, presidente di Plef – Planet Life Economy Foundation, Ivana Ciabatti, presidente dell’associazione Imprenditori per la Pace e di Confindustria Federorafi, e Marco Tarquinio, direttore di Avvenire. 

Durante l’evento “Fare la Pace è un’Impresa” l’Associazione Rondine Cittadella della Pace si è presentata a Milano come centro di formazione di una nuova classe dirigente. Imprenditori e giovani da tutto il mondo si sono incontrati per discutere su quanto fare la pace sia un’impresa possibile e di come imprese “sostenibili” possano generare sviluppo e ricchezza a livello locale e globale, promuovendo la pace. Perché l’esperienza vissuta a Rondine Cittadella della Pace può fornire quegli strumenti capaci di ricucire le ferite della società, riconciliare i conflitti e generare pace attraverso l’impegno collettivo.

Un’esperienza che ha visto protagonisti tutti gli studenti dell’anno scolastico 2016/2017 del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza, anche loro chiamati a realizzare nei loro territori di appartenenza dei progetti di ricaduta sociale con cui cambiare per sogno o per bisogno la propria realtà.

Qui le parole di Miriam Fantin, Rondinella d’Oro di Cuneo che col suo progetto di ricaduta sociale Parco Giochi Letterario che parte dalle pagine dei libri, dalle parole e dall’inchiostro vuole realizzare occasioni di incontro tra i giovani.

2017 30 03 Fare la Pace è un'Impresa Rondine Vodafone Theatre Milano-4023

Il 30 marzo ci siamo recati tutti a Milano al Vodafone Theatre e insieme allo staff, ai miei compagni di classe e agli studenti internazionali della World House abbiamo condiviso un momento di puro arricchimento. Grazie allo stare insieme, grazie al dibattito tra Franco Vaccari e Brunello Cucinelli e allo spettacolo “Dissonanze in accordo” tante cose sono diventate chiare andando ad occupare un posto ben preciso dentro me: nella mente e nella coscienza.

Il dialogo tra Brunello Cucinelli e Franco Vaccari mi hanno permesso di conoscere le storie di due presidenti e fondatori di due grandi imprese umanistiche e capire il contesto in cui stavo vivendo il mio Quarto Anno Liceale d’Eccellenza. Brunello Cucinelli, l’imprenditore che ha scelto la strada del business guidato da una visione filantropica umanistica fondata sul rispetto della dignità dell’uomo; Franco Vaccari, il presidente di un’istituzione di pace che ogni giorno compie l’impresa del superamento del conflitto attraverso l’esperienza di convivenza e confronto dei giovani della World House provenienti da luoghi di guerra e appartenenti a popoli in conflitto tra loro.

Ho sentito parlare Brunello Cucinelli con grande passione e apprezzamento per la realtà di Rondine, di cui faccio parte anche io. Perché essere una Rondinella d’Oro significa prima di tutto questo: appartenenza. Ho ascoltato Franco Vaccari, Presidente di Rondine Cittadella della Pace, raccontare la storia di Rondine e parlare del domani del “mondo Rondine”. Mi ha colpito la presentazione dei tre progetti di ricaduta sociale ideati e realizzati da Nato, Ahmed e Nadia della World House. Ragazzi poco più grandi di me. Giovani “nemici” provenienti da paesi in conflitto tra loro che dopo aver compiuto il loro percorso di dialogo e risoluzione del conflitto a Rondine oggi sono in grado di sognare e realizzare un futuro diverso da quello della guerra.

Alcune parole più di altre mi sono rimaste dentro dopo l’evento “Fare la pace è un’impresa”. Ho sentito dire che Rondine è il luogo in cui si può riflettere su questioni urgenti, dove si respira un’atmosfera speciale, un posto in cui ci si incontra, dove si riesce a dare la giusta attenzione alle piccole cose. “Rondine è una storia di innamoramenti a prima vista, una storia di conflitti, una storia di relazioni” ha detto Brunello Cucinelli. Sono parole così forti che le ho sentite mie. Il mio quarto anno di scuola nella Cittadella della Pace si è appena concluso e riflettere sul mio percorso di formazione scolastica e personale è essenziale. Guardarmi indietro, chiedermi chi fossi appena arrivata qui, guardarmi allo specchio oggi e immaginare il mio domani. Sono tante le esperienze che ho fatto al Quarto Anno, tanti gli incontri. Ma le parole “innamoramenti”, “conflitti” e “relazioni” sono le stesse che sento giuste per descrivere questo mio straordinario anno vissuto lontano da casa. Un anno di cambiamenti, duro lavoro, scontri, incontri e crescita vera. Un anno per disinnescare la paura e il concetto di “nemico” che anch’io portavo dentro.

Spesso a noi ragazzi si attacca questa paura come la colla, si trasmette con le parole finché non entra dentro; il concetto di nemico finisce per interiorizzarsi e crescere. Così si smette di credere negli essere umani, nella diversità, e la paura si diffonde come un virus. Il rumore informatico si trasforma in ronzio e finisce con tappare le nostre orecchie che non sanno più ascoltare e i pregiudizi si fanno largo e non c’è spazio per la conoscenza di qualcos’altro. Tutti giorni in classe al Quarto Anno Liceale d’Eccellenza a Rondine e durante l’evento “Fare la Pace è un’impresa” io ho ricominciato ad ascoltare. E ho scoperto che per affrontare i conflitti e smettere di chiamare il mio compagno “nemico” dovevo prima di tutto ascoltare, con umiltà e consapevolezza. Mettendo da parte la paura e permettendo alla rabbia, al dolore dell’ingiustizia subita di farsi largo e trovare spazio dentro me per essere prima accolta, poi compresa e infine condivisa.

Miriam FantinSolo quando scegliamo di combattere l’inganno del nemico apriamo davvero le porte alla pace. Tutti i giorni questo faccia a faccia non è facile. Però quando in classe riusciamo a capirci e a fare anche un piccolo passo insieme, nella stessa direzione, ci scopriamo tutti più uniti, soddisfatti e forti. “Tutte le esperienze che si vivono qui, piccole o grandi che siano, uniscono l’umanità” ha detto Franco Vaccari quel 30 marzo al Vodafone Theatre di Milano. In questo anno di scuola io l’ho sentito davvero.

Ieri a Milano, oggi a Rondine, domani ovunque sarò mi porto in tasca una lezione: fare la pace è un’impresa perché la vita stessa è un’impresa. Siamo noi a doverci rimboccare le maniche e costruire. Sono io a dovermi impegnare per quello in cui credo. È un cammino difficile in cui si inciampa in piccoli sassi e pietre enormi, quasi impossibili da superare. Niente è facile, non tutto è già stato fatto. Se sei fortunato, come lo sono stata io con i miei compagni di viaggio in questo Quarto Anno, però non sei solo”.

Miriam Fantin