Fontana: “Prendetevelo questo mondo perché è vostro”

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Le parole dell’Arcivescovo agli studenti del Quarto Anno Rondine in occasione della lectio magistralis che si è tenuta ieri alla Cittadella della Pace

 

(Arezzo, 13 aprile 2016). La consapevolezza di se stessi e delle sfide della contemporaneità. Questi i temi al centro della lectio magistralis che l’arcivescovo della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Riccardo Fontana, ha tenuto ieri agli studenti del Quarto Anno Rondine, i 27 diciassettenni provenienti da tutta Italia che hanno scelto di frequentare un anno di scuola a Rondine.

“La lezione dell’arcivescovo Fontana – afferma il presidente di Rondine, Franco Vaccari – porta la testimonianza della Chiesa cattolica in favore della pace alla luce di quel nuovo Umanesimo che proprio in questa terra trova le sue antiche radici spirituali e culturali.  Un messaggio di grande forza che l’arcivescovo ha saputo trasmettere a questi giovani invitandoli ad una profonda riflessione sul ruolo che avranno nella costruzione della società del futuro, perfettamente saldato con gli obiettivi del percorso formativo del Quarto Anno”.

Una  società che come afferma Fontana deve tornare ad essere “inclusiva” perché “tutti gli uomini e le donne del pianeta sono fratelli e dobbiamo essere consapevoli delle necessità del mondo intorno a noi e  imparare a ascoltare storie di amore e di pace. Una pace che prima di tutto deve essere con se stessi”. Afferma Fontana declinando i punti sulla pace della regola benedettina. E allora il silenzio diventa un amico, uno strumento fondamentale, perché “Il silenzio non è solitudine, mancanza delle persone che amiamo, ma ci da la possibilità di ascoltare noi stessi. Quando si è capaci di far questo si è uomini liberi”.

Libertà nella sua accezione più vera e profonda che non è quella di poter fare ciò che si vuole, sottolinea Fontana entrando nel clou della lezione, ma libertà di scegliere. “Scegliere che tipo di persona vogliamo essere, scegliere ciò che fare o non fare”.

Una sfida sempre più difficile nel confronto con la contemporaneità alla luce delle implicazioni della globalizzazione, dei nuovi linguaggi della comunicazione, modelli che in maniera subdola invitano al conformismo dietro il quale si la paura di essere diversi.

L’invito dell’Arcivescovo a questi giovani è proprio quello di assumersi la responsabilità e il carico di questa Terra, di questa Storia che è quella dell’Umanità. “Prendetevelo questo mondo perché è vostro – conclude l’arcivescovo – perchè il passaggio di consegne è in atto”.