Dal Blog Migrazione di Conoscenza – “Cari adulti, cari giovani, che ne dite di incontrarci più spesso?”

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Cari adulti, cari giovani, che ne dite di incontrarci più spesso?

Cari adulti, oggi vorrei dirvi qualche parola a nome della mia generazione; quella dei giovani.
Quella a cui parlate dei vostri gloriosi tempi perduti; la generazione smarrita.
Quella da cui prendete le distanze ma da cui pretendete rispetto e obbedienza; quella maleducata di cui non ci si può fidare.
Quella che indicate ai vostri figli e ai vostri nipoti come un modello da non seguire in nessun modo; perché la mia è una generazione senza futuro.
Quella priva di valori che si trova continuamente in uno stato di guerra tutti contro tutti; quella che per essere accettata da voi si dimentica dei suoi compagni di viaggio per pensare prima alla propria sopravvivenza.
Ecco, in poche parole quella generazione che credete essere totalmente opposta alla vostra.
Cari adulti, oggi vorrei chiedervi un gesto di amore difficile e non immediato: vi va di lasciare per una volta a casa il vostro pesante mantello di pregiudizi e di incontrarci? Vi va di portare con voi un po’ della vostra fiducia per darla a noi?
Vi chiediamo solamente di trattarci alla pari: sapete, non è stato bello venire a sapere che per voi noi siamo la “generazione smarrita”. Ci avete sempre incuriosito ma ora noi non ci sentiamo più abbastanza interessanti per voi. Perché non ci conosciamo un po’ meglio? Forse mostrandoci reciprocamente i nostri lati più umani potremo accettare le vostre abitudini, così diverse dalle nostre, e voi ci scuserete per il nostro disordine quando rimarrete affascinati dalla nostra confusione.
Ascoltateci, osservateci, parlateci ogni tanto; siamo pronti a darvi il meglio ma voi dovrete stare attenti alle nostre reazioni, oltre che alle nostre azioni. Abbiamo bisogno di qualcuno che rispetti la nostra psicologia e che non ci faccia arrivare a un punto di non ritorno per il troppo stress accumulato e il poco tempo che abbiamo per capire come rimettere a posto i pezzi.
Abbiate fiducia in voi stessi, ché quando ne avete noi lo vediamo. Fidatevi di noi, ché quando ci sentiamo apprezzati non solo ricambiamo, ma crediamo anche di più nelle nostre capacità.
Non negateci qualsiasi cosa, scegliete con cura ciò per cui vale la pena porci un divieto e poi spiegateci le vostre motivazioni, ma siate pronti ad accettare le critiche e a prendere in considerazione anche le nostre proposte, che non sono sempre da buttar via a priori.
Affidateci compiti importanti se volete farci capire che cosa è la responsabilità, ma sappiate che spesso ci vedrete cadere. Quando ciò accadrà, non pensate di aver rovinato tutto: perdonateci, tendete una mano e dateci un’altra occasione. Non ripeteteci che la vita è difficile e che l’unica cosa che possiamo fare è cercare di andare avanti, ma ricordateci che è bella proprio perché è innanzitutto complicata.
Non parlateci sempre in maniera diretta dei problemi che ci sono nel mondo, provate a farci passare il messaggio in una maniera più sottile: fateci amare la natura per evitare che la inquiniamo, fateci amare l’“altro” e insegnateci ad aiutarlo affinché noi non gli dichiariamo guerra.
Parlateci di voi e delle vostre passioni, fateci capire che l’amore per il percorso è più importante dell’ossessione per il risultato. Stimolate la nostra curiosità e farete riemergere le nostre capacità nascoste, quelle che nemmeno noi pensavamo di avere o quelle che pensavamo di avere perduto; a quel punto vedrete quanto possiamo essere creativi e quanta energia abbiamo.
Mostrateci le vostre sfide, mettetevi alla prova insieme a noi e impareremo entrambi a destreggiarci nelle difficoltà trovando soluzioni alternative e fuori dall’ordinario.

Cari giovani, sono stata nel mondo degli adulti, quelli veri.
Mentre ero li ho incontrato persone che si sono fidate di me. Mi hanno affidato un progetto importante e poi hanno lasciato nelle mie mani e in quelle di altri giovani alle prime armi come me l’organizzazione di un grande evento; daremo il massimo, ne sono certa!
Ho partecipato con piacere alle lezioni di professori che hanno sperimentato metodi di insegnamento sempre diversi: dalla discussione alla lezione preparata da uno di noi per gli altri, dal lavoro di gruppo al laboratorio artistico, dalla lezione interattiva all’attività di team building che univa l’intera classe.
Ho conosciuto formatori attenti a come mi sentivo e alle mie esigenze, formatori che mettevano in discussione se stessi chiedendo il mio parere sul loro lavoro e suggerimenti per migliorare e far arrivare meglio il proprio messaggio.
Ho conosciuto persone che mi hanno parlato degli argomenti più disparati e apparentemente lontani da me riuscendo a coinvolgermi con il loro carisma e la passione negli occhi, facendomi appassionare e facendomi pensare ogni volta a una nuova carriera da intraprendere nel mio futuro.
Quelle persone hanno contribuito a rendermi felice, e sapete perché? Perché quando è ora di andare a dormire spesso, nonostante sia esausta, mi trovo a desiderare di non avere bisogno di riposare perché gli stimoli che ricevo sono talmente tanti da farmi venire voglia di sperimentare sempre cose nuove, rischiando e mettendomi in gioco. Mi hanno aiutato a ritrovare la mia creatività e a riaccendere la curiosità, e per questo li ringrazio.
Ho vissuto in un mondo in cui adulti e giovani crescono insieme, e mi è piaciuto. Forse non tutto è perduto. Forse possiamo ancora costruire qualcosa con loro, se solo siamo disposti a crederci.

Cari adulti, cari giovani, che ne dite di incontrarci più spesso?

Veronica Pinna