Fake news, quanto ne sappiamo? A lezione di media education con Giuseppe Lanese

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Media education, dalle fake news al fact-checking”: è il tema estremamente attuale al centro del seminario formative che il giornalista, comunicatore e formatore Giuseppe Lanese ha tenuto agli studenti del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza a Rondine.

Dopo un’introduzione generale su fake news e post verità come fenomeni di portata globale, Lanese ha affrontato il tema dell’importanza della media education nei processi di fact checking.

Il seminario ha incluso un momento di dibattito con gli studenti, che sono stati poi protagonisti di un’esercitazione pratica sul tema, da cui è nato il progetto Good news education.

“La prima fase – scrivono le Rondinelle – prevede l’utilizzo della pubblicità progresso con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle fake news”. Il progetto prevede poi un percorso di seminari specifici rivolti a bambini e adulti e una piattaforma liberamente accessibile di fact-checking. “Questo permetterà una maggiore attenzione sul tema dell’informazione, grazie alle persone che frequenteranno i seminari e che contribuiranno, attraverso le rispettive reti di conoscenze, ad ampliare la consapevolezza del fenomeno e delle possibili strategie per contrastarlo”.



Giornalista, comunicatore e formatore, Giuseppe Lanese è responsabile comunicazione dell’Ufficio Scolastico del Molise. Fa parte della rete dei referenti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sui temi della legalità, Erasmus Plus, Comunicazione e per le attività legate allo sviluppo del Piano Nazionale Scuola Digitale. Dal 2017 è componente del Cantiere nazionale Scuola Digitale di ForumPA. Collabora, come cultore della materia, con l’Università Telematica Pegaso per il corso di “Comunicazione digitale e social media” ed è cultore della materia per il corso di “Educazione degli Adulti” presso l’Università Lumsa di Roma. È autore di “Non è mai troppo tardi – Abc della scuola buona che comunica” (Magi Edizioni, 2016) e di “Storie Digitali – Dal sovranismo psichico alla sindrome di hikikomori” (Gruppo GEDI Editore, 2019).