Fiore di Trincea

Fresco vento,
luce primaverile
s’inerpicavano tra gli alberi;
fetida aria,
buio opaco
rotolavano dentro.
Non potevo più mandare
dolci baci a mia moglie;
non potevo più regalare
tenere carezze a mia figlia.
Raccoglievo per loro
fiori di Trincea
ogni giorno più blu,
ogni giorno più viola
come le me labbra secche
senza baci,
le mie mani rigide
senza affetto,
il mio respiro gelido
senza aria.
Non inebriò mai
le dita di mia moglie e di mia figlia
il profumo di quei fiori;
quell’inverno freddo ricordo
divenni anch’io
un fiore di Trincea.
Abbiamo strappato
troppe vite,
raccolto
pochi fiori.
Elisa Belfiore
13 aprile 2016