QAR FEEDBACK: PAROLA AI DOCENTI – LE IMPRESSIONI DELLA PROF. SILVIA PIEROSARA

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L’esperienza di docenza a Rondine significa per me un’occasione unica per poter sperimentare una didattica nuova, attenta alla persona, alla coerenza tra contenuti e modalità d’apprendimento, una didattica che tenga conto della singolarità e dell’unicità di ogni studentessa o studente, considerando la diversità un valore che premia il pensiero critico, la responsabilità per i propri talenti, l’umiltà del ragionamento, l’accettazione del limite e la cura delle fragilità. Nello specifico, il tratto qualificante dell’esperienza didattica e relazionale del quarto anno, vista dalla mia prospettiva di docente di storia e filosofia, consiste in un sapiente e armonioso intreccio tra alcuni percorsi che invitano lo studente a orientarsi nel rapporto con sé, con gli altri e con le forme più elevate della spiritualità.

Attraverso alcuni nuclei tematici emersi nel percorso Ulisse e nelle altre attività pomeridiane, sono stati tessuti numerosi intrecci con alcune questioni fondamentali del pensiero filosofico (il rapporto anima-corpo, ragione-passioni, materia-spirito, età della vita e felicità) e storico-politico (cittadinanza attiva e partecipazione, rappresentanza, democrazia diretta e rappresentativa, federalismo, diritti e doveri, lavoro e iniziativa personale) il cui valore aggiunto consiste nella possibilità di comprendere insieme ai ragazzi la centralità della riflessione su di sé come persone nella loro integralità e come cittadini consapevoli: si tratta di un’esperienza rara di interdisciplinarità, che non mi è capitato di praticare in altre realtà scolastiche. Il percorso Ulisse contribuisce a dare spessore e concretezza alle questioni affrontate, a collocarle nel mondo e utilizzarle per crescere come persone e cittadini consapevoli e informati.

Dal mio punto di vista l’insegnamento a Rondine è molto stimolante e fonte inesauribile di domande sull’efficacia dell’impostazione delle lezioni, sulla scelta dei materiali con cui dialogare, sulla possibilità di sperimentare metodi di valutazione volti a riconoscere ciò che c’è, anziché punire per quello che non c’è, volti a evidenziare l’unicità di ogni stile argomentativo anziché limitarsi a premiare l’omologazione delle nozioni. Da tale punto di vista, il dislivello iniziale di programmazione, per esempio, lungi dal costituire un ostacolo, è stato una risorsa: esso mi ha condotto, insieme alla collega modulare, a cercare un metodo che potesse valorizzare le differenti provenienze e integrasse le diverse prospettive attraverso un’armonizzazione delle conoscenze e delle competenze, per fornire a ciascuno gli strumenti di lavoro per l’anno scolastico corrente.

Nella preparazione delle lezioni, è molto stimolante programmare e strutturare i percorsi sulla base delle attitudini e degli interessi di ciascuno, dando a tutti un quadro di partenza solido e condiviso e offrendo a ciascuno la possibilità di costruire la sua mappa di possibili approfondimenti interessanti: il rischio di un appiattimento manualistico, spesso lamentato nell’esperienza comune dei docenti, in tal modo è evitato in modo netto, dal momento che la preparazione di ogni lezione diventa una ricerca. Anche tale modalità di programmazione che si potrebbe chiamare responsiva è molto rara nella mia esperienza, ed è possibile a Rondine sia per la qualità dell’organizzazione sia per l’attitudine partecipativa e motivante delle studentesse e degli studenti.

Un tassello fondamentale che rende l’esperienza del quarto anno unica per la mia esperienza è condivisione d’intenti tra tutti i docenti: attenzione alla persona; programmazione personalizzata per ciascuno sulla base degli interessi e delle inclinazioni; attenzione all’integralità della persona; valutazione riconoscente, sia nel senso che riconosce e premia le capacità, sia nel senso che è riconoscente nei confronti dell’impegno e della responsabilità degli studenti.
Infine, ma non ultimo in ordine di importanza, sottolineo la grande qualità umana delle studentesse e degli studenti del quarto anno, che mostrano di aver creato una buona rete di condivisione e di solidarietà senza indugiare allo spirito di competizione. I ragazzi sono anche molto curiosi e desiderosi di imparare insieme agli altri a diventare cittadini. Tali caratteristiche, esercitate e stimolate a Rondine, rendono possibile avviare un rapporto con lo studio di tipo nuovo, legato al piacere della scoperta, alla conoscenza come costruzione condivisa, all’errore come momento euristico, umano e non mortificante.

Professoressa Silvia Pierosara

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