“Europe calling: noi ci siamo!” Le Rondinelle sono tornate da Bruxelles e hanno qualcosa da dirvi…
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Palazzi altissimi, hall, controllo documenti, metal detector. Siamo dentro. Wow! È tutto così ordinato, ufficiale, formale. Dà subito l’idea di una macchina complessa. Un gigante efficiente. Ma come lavora questa Europa? Siamo alla Commissione Europea e dopo le prime presentazioni tutto inizia a farsi più chiaro. Due parole arrivano dritte alle nostre orecchie e martellano forte: negoziazione, mediazione spontanea. Le riconosciamo! Sono due dei capisaldi del nostro vivere al Quarto Anno Liceale d’Eccellenza. Ma come si può paragonare l’Europa e le sue Istituzioni al nostro fare scuola al #qar1? Può sembrare semplice ma non è affatto banale. Il cuore della Commissione Europea e delle altre Istituzioni è il dialogo. Con il confronto e l’ascolto reciproco i Paesi dell’Unione collaborano quotidianamente alla costruzione e al rafforzamento dell’Unione. Ognuno è portatore di interessi specifici, ognuno ha una posizione diversa. Per giungere ad un risultato comune che possa soddisfare i bisogni di ogni Paese si negozia. Si discute, ci si scontra, ci si confronta su ogni tema. Tra le due parti in conflitto ce n’è una terza importantissima: il mediatore spontaneo. Lui che non è coinvolto in un determinato singolo dibattito si fa portatore di pace e facilitatore nel processo di negoziazione. Ogni posizione non è fissa né cristallizzata. Tutto è in divenire. Per questo la posizione del mediatore è fluida, come quella degli altri attori. Il mediatore interviene per far progredire i lavori e far sì che tutti escano soddisfatti da questo confronto. Consapevole che quando lui avrà bisogno di aiuto, un altro Paese farà da mediatore nel proprio conflitto. Paesi tutti diversi, ma tutti uniti da un obiettivo comune di pace e progresso.
La famiglia dei Paesi europei è la nostra famiglia. Nel nostro processo di avvicinamento e scoperta delle Istituzioni Europee c’è stata una tappa fondamentale, un incontro che ha segnato il nostro viaggio: quello col Comitato delle Regioni. Capire quanto siano importanti tutte le 350 Regioni di ogni Paese Europeo è stata una sorpresa. Sentire quanto valore possa avere per una macchina grande come l’Europa anche il più piccolo territorio ci ha dato una nuova consapevolezza. Si è accesa una lampadina che ha illuminato di una nuova luce tutto intorno. Noi siamo importanti, noi siamo parte di tutto il processo di costruzione di questa Europa. In barba agli scettici e a chi ironizza dicendo che l’Italia in Europa non esiste o come si sente sui social “il Molise non esiste, è solo una leggenda”. Ogni Regione italiana è importante, rappresentata, attiva in Europa. Ogni piccolo territorio può fare la differenza. L’Europa non può dirsi completa e viva senza di esso. Così siamo noi. Così è il nostro Quarto Anno a Rondine. Ognuno di noi porta nel gruppo classe qualcosa di unico e rappresenta anche la sua terra di origine. La casa da cui proviene e dove tornerà a giugno, con un bagaglio pieno di esperienze da condividere con tutti coloro che vorranno gioirne e un progetto di ricaduta sociale per migliorare “per sogno o per bisogno” la propria città.
Noi ci siamo. Ma quattro giorni non sono bastati per conoscere a fondo e fare nostro ogni risvolto di questa grande Europa. Sono stati però il primo passo fondamentale, l’inizio di un nuovo cammino intrapreso insieme. Uniti come classe, come artefici del nostro destino, come attori di un futuro possibile. Un domani dove essere protagonisti nel portare progresso, crescita, civiltà, dialogo e condivisione profonda. Questo viaggio a Bruxelles ha acceso in noi quella miccia, qual fuoco sacro della curiosità e del senso critico. Perché in un gigante come l’Europa ce ne sono di cose da fare, da migliorare. Poter vedere significa poter fare nostri quegli strumenti di comprensione che ci permettono di valutare e agire nel migliore dei modi nella costruzione dell’Europa. Perché l’Europa, come il palazzo del Parlamento Europeo, è un edificio di cristallo. Un’immensa parete trasparente dove guardare dentro, uno specchio dove il nostro agire viene riflesso. Perché l’Europa è un luogo da abitare, da migliorare, ma soprattutto da costruire insieme.
Noi ci siamo.
Le Rondinelle Quarto Anno Rondine 2016/2017