#QAR1 FEEDBACK: LA VOCE DELLA PROF. PATRIZIA BORGHESI: “insieme abbiamo dato vita alla scuola del futuro”

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Tornando a casa dopo aver salutato i ragazzi del QAR1, con gli occhi un po’ umidi, non riuscivo a togliermi un pensiero dalla testa: sono una donna davvero fortunata. Sono fortunata perché faccio un mestiere che adoro e che sognavo di fare fin da bambina, sono ancora più fortunata perché la vita mi ha dato l’opportunità di insegnare in un progetto così speciale come è il Quarto Anno Liceale d’Eccellenza a Rondine. A Rondine sono arrivata ragazzina, ci sono cresciuta e ho visto nascere Rondine Cittadella della Pace, di cui sono socia fondatrice.  È un luogo a cui devo molto di quello che sono oggi e l’idea di contribuire a formare e a far crescere qui nuove generazioni di ragazzi mi è parsa da subito irresistibile; è un po’ rendere quello che a me è stato donato.

Insieme a Franco Vaccari Presidente di Rondine Cittadella della Pace, a Spinella dell’Avanzato, capo progetto del Quarto Anno Liceale d’Eccellenza e a un gruppo di docenti, abbiamo iniziato a lavorare a questo sogno molti mesi prima dell’inizio della prima edizione del progetto nel 2015. Con passione ed entusiasmo ci siamo riuniti, con il preciso obiettivo di portarvi il meglio della nostra esperienza di docenti, unendola con la ricchezza di Rondine, per realizzare la scuola che sogniamo.

Il primo settembre 2015 ci siamo ritrovati emozionati come non mai ad incontrare i “nostri” studenti, sorridenti ed entusiasti di essere in questo “piccolo borgo con il mondo dentro”, come lo ha definito la Rondinella Giulia Mannina. Devo dire che dopo quell’incontro, ho avvertito fortissimo il senso della responsabilità che gravava sulle mie spalle per il carico di aspettative con cui arrivavano questi ragazzi.

In questi due anni, siamo passati dal sogno alla realtà. Ovviamente, la realtà è fatta da sogni realizzati e di piccoli problemi, di aggiustamenti in corsa, di una didattica da inventare e che si è scontrata anche con la mancanza di tempo e la stanchezza (nostra e dei ragazzi), ma devo dire che tutto è stato affrontato insieme, nel dialogo e nel confronto, come una vera comunità educante, senza i personalismi e la competizione che troppo spesso troviamo nelle scuole italiane.

Dal punto di vista strettamente didattico, mi sono trovata davanti un’aula bellissima, tecnologica, funzionale e flessibile. Sopra quelle belle sedie colorate, poi, siedono ragazzi motivatissimi, curiosi del mondo e pronti a farsi interrogare da esso. Sono state queste le risorse che mi hanno aiutato a superare i problemi che si sono presentati in questi anni. Il principale è stato senza dubbio la disomogeneità della preparazione degli studenti, tutti provenienti da scuole diverse, con programmi diversi fra di loro ed abituati a metodi differenti. Cercare di renderli una classe omogenea è stato il primo impegno. Ho proposto a chi era più avanti di spiegare ciò che aveva già studiato agli altri. I ragazzi lo hanno fatto con precisione e competenza, riprendendo ciò che avevano studiato ed approfondendolo con ricerche personali e presentando il proprio lavoro alla classe in digitale (Prezi o Power Point).  Il mio compito è stato quello di precisare, rilegare, collegare, stimolare ulteriori riflessioni.

Il centro del mio lavoro, poi, è stato quello di mettere i ragazzi davanti al testo letterario, facendoli direttamente dialogare con esso per trovare nei testi le idee degli autori, il loro messaggio e la loro attualità. Così abbiamo scoperto nei personaggi di Ariosto i nostri dubbi e le nostre illusioni, nella Gerusalemme Liberata il dramma della guerra, in Don Chisciotte la follia di un matto (o di un sognatore?) smarrito in un mondo che non riconosce più, in Parini la critica ad un mondo lontano ma che assomiglia tanto al nostro. Qualcuno potrebbe obiettare che non c’è nulla di nuovo in tutto questo. È vero, è la meraviglia del lavoro del docente e questi frutti nascono in tante classi nelle normali mattinate di scuola. A Rondine però tutto ciò si inserisce in un ambiente che favorisce e stimola questo confronto, grazie alla presenza della World House, già Studentato Internazionale e agli approfondimenti svolti nel Percorso Ulisse. Ad esempio, la lettura dei passi della Gerusalemme Liberata ha a Rondine un’eco del tutto particolare e confesso che io stessa, leggendoli, li ho sentiti risuonare in modo totalmente nuovo. Guerra santa, riconquista di Gerusalemme non sono qui concetti lontani e astratti, perché qua ci sono ragazzi che da quel mondo provengono e che quella guerra santa l’hanno vissuta sulla loro pelle e hanno sentito raccontare in modo ben diverso.

È quindi l’occasione anche per un confronto con loro: cosa significa per loro quella storia? Come vediamo, noi e loro, la stessa storia? Chi è il nemico? Leggere le vicende dei protagonisti del poema di Tasso ci ha portato a chiederci chi sia il nemico, quanto sia dentro di noi e quanto la relazione, la conoscenza diretta con esso capovolga le nostre certezze. E confrontarsi su questi temi con i ragazzi della World House è una ricchezza immensa.

Potrei andare avanti per pagine e pagine, perché ogni autore ci ha aperto una finestra sul mondo e su noi stessi. E la sfida è quella che abbiamo imparato da un grande educatore come Don Milani: il docente sostiene, aiuta, spiega, ma lascia che i ragazzi interpretino i testi e si facciano interrogare da essi perché i grandi classici, come ci ha spiegato Calvino, sono tali proprio perché ci aiutano a leggere noi stessi e il mondo che ci circonda, svelandone angoli nascosti e impensati. La più bella domanda che mi è stata fatta quest’anno è: “Prof, perché non viene un pomeriggio a parlarci di Leopardi e del suo desiderio di felicità?”. E così, fuori dal programma e fuori dall’orario di lezione, abbiamo passato un pomeriggio in compagnia di Giacomo Leopardi, delle sue poesie, delle sue domande, della sua fragilità e della sua forza.

 

Patrizia Borghesi

Docente di Letteratura Italiana al Quarto Anno Liceale d’Eccellenza a Rondine